PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA

Psicologo e Psicoterapeuta a Savignano sul Rubicone (FC)

Affronta i tuoi problemi, combatti i tuoi conflitti, ritorna ad essere padrone della tua vita

Specialista per difficoltà relazionali e problemi di coppia a Savignano Sul Rubicone


Il Dottor Spada Giorgio Edoardo, Psicologo e Psicoterapeuta, è la figura indicata per l’approccio alla chiarificazione e alla ricerca di una possibile soluzione dei problemi familiari e della coppia. Il terapeuta riceve su appuntamento presso il suo studio a Savignano sul Rubicone.


La figura dello Psicologo e Psicoterapeuta contraddistingue il professionista che può supportare la comprensione della natura delle difficoltà relazionali e promuovere l’attivazione di risorse e la capacità di individuare nuove modalità di rapporto che siano più in sintonia con la volontà di migliorare il proprio stato soggettivo.


Questo approccio è utile per facilitare il tentativo di risoluzione di questioni legate ai rapporti interpersonali all'interno della coppia, all'interno del nucleo familiare (con genitori, fratelli, figli o parenti), nell'ambito lavorativo e professionale e, più in generale, nelle relazioni con il prossimo. Con il giusto supporto il paziente potrà essere aiutato a superare le difficoltà relazionali e a scoprire o ritrovare la giusta spinta per affrontare al meglio ogni tipo di relazione.

Terapia delle problematiche di coppia


Molto spesso le difficoltà relazionali riguardano la vita di coppia e, più in generale, le relazioni sentimentali.


Non sempre gli equilibri su cui si stabilizzano le coppie rimangono immutati. Al contrario, può capitare che i partner avvertano il legame come insoddisfacente o limitante perché non basato sui vari aspetti della corrispondenza e della reciprocità relazionale. Le difficoltà relazionali possono anche scaturire da richieste non tollerabili e inaccettabili poste a una delle due parti.


Il Dottor Giorgio Edoardo Spada, Psicologo e Psicoterapeuta, offre supporto terapeutico alla coppia e/o al singolo componente della coppia gestito individualmente e separatamente dall'altro. Può prendere un appuntamento per una consulenza con lo studio di Savignano sul Rubicone.

Terapeuta per problemi familiari


Fra le difficoltà relazionali, quelle familiari si caratterizzano per il loro delicato equilibrio. In questo ambito le fasi di cambiamento possono portare a sperimentare delle difficoltà che talvolta si strutturano come particolarmente intense.


Gli “attori” in gioco sono diversi, come ad esempio la coppia, i figli e le famiglie di origine. Può accadere che i legami si intreccino basandosi su interazioni che creano difficoltà e sofferenza in uno o più dei membri della famiglia con conseguenti ripercussioni negative e difficoltà relazionali tra i diversi membri del nucleo familiare.


Presso lo studio del Dottor Spada Giorgio Edoardo, Psicologo Psicoterapeuta di Savignano sul Rubicone, ogni paziente può trovare un valido sostegno per affrontare anche le crisi più difficili.

Disagio contemporaneo
  • Il Disagio Contemporaneo e le sue Manifestazioni

    La società d’oggi ha subito e sta subendo profonde trasformazioni ed è caratterizzata da un continuo e veloce cambiamento che rende sempre più difficile trovare punti di riferimento contenitivi e di appartenenza, sia a livello familiare, amicale, lavorativo, sociale, che personale, affettivo. Anche la mancanza di ideologie, la religione e la politica, che prima potevano contribuire a dare un orientamento, una direzione alla propria vita sono venute a mancare. Questo ha portato a dire al sociologo Bauman che oggi viviamo in una società liquida in costante evoluzione dominata dall'incertezza e dall'individualismo, incertezza alla quale ha contribuito lo sviluppo tecnologico e dei media, che hanno portato “nuove” forme di dipendenza (che escludono l’uso di sostanze), come ad esempio dipendenza dai social network, videogiochi, internet. Lo sviluppo della tecnica ha fatto credere all'uomo che la sua soddisfazione e la sua felicità dipendano dal consumo dell’oggetto d’uso presentato dal mercato come soluzione dei problemi alla propria dolorosa esistenza. Questo è un modo per evitare illusoriamente la sofferenza psichica, distogliendo l’attenzione dal proprio mondo interno teso a perseguire i propri desideri e i propri sogni legittimi.


    L’oggetto che propone il mercato non riempie la propria mancanza, né tanto meno il vuoto esistenziale, non porta alla felicità, non soddisfa mai pienamente, ma è piuttosto qualcosa, come dice Lacan, che svuota e rende i soggetti dipendenti dagli oggetti. Come dice Massimo Recalcati, l’oggetto costituisce una sorta di antidolorifico che placa i sentimenti e le emozioni. La mancanza (da cui scaturisce il desiderio) è una parte costitutiva dell’uomo, e non può essere riempita da oggetti.


    Oggi sappiamo che il disagio psichico non è svincolato dalla cultura a cui appartengono le persone, cultura che tende a ignorare la legge del padre, per cui non vi è più una guida dell’ideale, con conseguente perdita del concetto di legge, di limite e di confine, che rende le persone più confuse e impedisce loro di accedere alla dimensione del desiderio e alla progettazione autentica del proprio futuro. 


    Viviamo in un tempo dell’innovazione tecnologica, che se da un lato induce stress, noia e vuoto, dall'altro, stimola la gratificazione immediata in un


     eterno presente senza passato, ne futuro, in quanto il futuro è percepito minaccioso e non più come promessa, questo indurrà molti a provare ansia e ad evitare ogni cambiamento, finendo per accontentarsi a vivere una vita misera senza prospettive.


    La vita emozionale viene vissuta come qualcosa di pericoloso da cui può scaturire tutta una serie di disturbi, come i disturbi d’ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, depressivi e tanti altri ancora.  


    A questa situazione si è aggiunta l’evento pandemico, del Covid-19, determinando un trauma individuale e collettivo nell'ordine dell’impensabile, cogliendoci impreparati in quanto inatteso, determinando una discontinuità della nostra esistenza, alimentando precarietà e incertezza circa la sopravvivenza di ognuno di noi e dei nostri cari. Esso ha distrutto i nostri riferimenti a cui noi tendiamo, il tempo, lo spazio, nonché la routine della nostra quotidianità inerente il lavoro, la famiglia, l’assistenza sanitaria, l’organizzazione scolastica e le nostre relazioni amicali, costringendoci a vivere in un tempo sospeso che ci disorienta e ci interroga. Siamo stati travolti da un’angoscia di morte, da un trauma senza difesa in quanto è venuto a mancare lo schema fondamentale con cui noi ordiniamo la realtà, distinguendo il noto dall'ignoto, l’amico dal nemico, l’estraneo dal familiare. L’evento traumatico inatteso, potenzialmente dannoso, tragico per la nostra salute, per la nostra vita e per quella dei nostri familiari, ci ha indotto a vivere una condizione di isolamento sociale, di stress persistente e di paura, in quanto ci troviamo ad interagire con un nemico che non ha volto, che non è localizzabile, e che può essere potenzialmente presente ovunque, al di fuori del visibile e del percepibile. 


    Di fronte alla percezione di una minaccia della propria integrità fisica reale o temuta, la reazione più comune è la fuga, ma quando questa è impossibile, vana o inutile, la persona sperimenta un sentimento di paura, angoscia, impotenza, che può generare stati d’ansia, disturbi di panico e del sonno, sintomi depressivi e provocare risposte irrazionali e comportamenti disorganizzati o agitati. Questi sono tutti sintomi che testimoniano la destabilizzazione del quadro ordinario delle relazioni. 


    La situazione pandemica, ha improvvisamente e violentemente fatto la sua comparsa sulla nostra vita e sui nostri ritmi della quotidianità mettendo a dura prova la tenuta del funzionamento psichico di ogni individuo. Infatti, ha indotto molte persone ad attuare comportamenti di difesa, a tenere le distanze, a proteggersi dall'altro che immaginariamente e potenzialmente personifica il male, e che può danneggiarci, così l’estraneo che è in noi viene proiettato all'esterno per mezzo di vissuti paranoici che vengono alimentati da una giusta causa. 


    L’altro è temuto, visto con sospetto e diffidenza; tutto ciò riduce la vita dell’uomo a una pura sopravvivenza fisica con pesanti ripercussioni sul piano individuale, emotivo e psicologico.  


    L’attuale condizione pandemica ha costretto improvvisamente molti ragazzi a vivere buona parte del loro tempo in famiglia, all'interno delle abitazioni “una condizione potenzialmente regressiva”. Questo ha comportato spesso a dover rimodellare i propri tempi e modificare l’utilizzo degli spazi abitativi, facendo convivere le diverse necessità della famiglia, come lavoro, scuola, e cura per la casa. Le stanze che prima erano adibite a compiti precisi, sono diventate improvvisamente troppo piccole e affollate come per esempio la cucina che ora viene invasa da fredde immagini al computer, piuttosto che dedicati alla comunicazione di relazioni private e intime. In poco tempo i ragazzi si sono dovuti adattare a vivere i nuovi ritmi della quotidianità in uno spazio ristretto sia fisico, relazionale che mentale.


    Già prima dell’evento pandemico (e ancor più dopo) molti ragazzi manifestavano un certo disagio, preoccupazione, vivevano la famiglia con indifferenza, si sentivano smarriti per aver perso un punto di riferimento nella propria famiglia, a causa di ansie genitoriali proiettate sui figli, così pure come la tensione per conflitti legati a condizioni lavorative precarie, questioni economiche, per la mancanza di certezze per il futuro e lutti reali e o temuti. La coppia genitoriale è stata lasciata sola a gestire la famiglia che, sempre meno riesce a seguire i figli, e ad offrire loro un ambiente dove sentirsi ascoltati, rassicurati e sostenuti nella sofferenza in un difficile momento di crescita individuale, di soggettivazione e di socializzazione, ma unici garanti nello scandire i tempi del vivere, di sicurezza, vicinanza, contenimento, di infondere speranza e incoraggiare le proprie aspirazioni. 


    Una buona interazione familiare richiede sempre una continua rinegoziazione degli equilibri, dei legami fra i suoi membri in base al ciclo vitale che la famiglia sta attraversando in un dato momento, in modo da evitare interazioni conflittuali che possano generare sofferenza. 


    Il trauma collettivo ha fatto riemergere paure profonde, spesso gli adolescenti manifestano la perdita di un vissuto rassicurante come quello che poteva offrirle la scuola, quale punto di riferimento rappresentato dall'insegnante in presenza che dà regolarità e ritmo alla giornata, al di là della famiglia e di fiducia nelle proprie capacità, per cui prevale la paura di essere abbandonati e lasciati soli ad affrontare il mondo, a comprendere il significato delle regole e divieti, soli a vivere un isolamento e una separatezza che ancora molti non sono nelle condizione di poter tollerare e gestire proficuamente. Per cercare di colmare il vuoto formativo a cui i ragazzi sono esposti, la scuola si è dotata della didattica a distanza a cui gli studenti hanno dovuto aderire, ma con molte difficoltà; si sentono smarriti e demotivati.


    Per molti ragazzi il distanziamento fisico dovuto al Coronavirus coincide con quello emotivo, e porta all'isolamento anziché all'opportunità di relazioni e d’incontro.


    A questa situazione i ragazzi hanno cercato di porvi rimedio rimpiazzando la perdita delle relazioni attraverso l’uso dei social, tuttavia c’è un diffuso sentimento di essere stati abbandonati, lasciati soli dalle istituzioni a sperimentare un vissuto di solitudine e difficoltà emotive.   


    In alcuni giovani è apparso un nuovo e imprevisto pensiero, la consapevolezza del significato della solitudine e della morte, Eros e Thànatos emergono in maniera palese e conflittuale, libido, vita e angoscia di morte. 


    Il protrarsi dell’utilizzo della Dad, nel tempo, ha creato disinteresse e porta ad un sovraccarico emotivo, che in alcuni casi si manifesta con malinconia, stress, noia, distacco, disturbi alimentari, comportamenti autolesivi, tentativi di suicidio e persino ad numero crescente di ragazzi ricoverati in ospedale o che abbandonano la scuola.


    Se prima del Covid-19 per alcuni adolescenti, la scuola poteva essere vissuta come una costrizione, oggi si è passati a desiderarla, ai ragazzi manca il rapporto diretto e fisico con i coetanei e gli insegnanti.


    La sospensione della didattica in presenza ha gettato molta incertezza sul futuro dei ragazzi rendendoli molto più insicuri e fragili. 


    Il sentimento di desiderio che solitamente manifestano le persone è un movimento di apertura verso l’altro, ma la situazione pandemica ancora non completamente risolta, di privazione della libertà, sta mettendo a dura prova ogni individuo e logorando le risorse emotive più profonde, al di là di ogni età, facendo sperimentare un senso di solitudine, una angoscia di impoverimento depressiva, inerente alla precarizzazione della vita che si associa a crisi di panico e a fenomeni di insonnia. Il permanere di questa situazione pandemica sta portando le persone a sviluppare un nuovo sintomo, cioè, quello che porta a rinchiudersi nella propria casa per non dover sopportare il peso psichico di doversi relazionare con gli altri. 


    La sfida di questi tempi è che vi sia l’illusione che coltivare relazioni virtuali possano servire per creare legami autentici e stabilire significativi rapporti interpersonali. 


    Sappiamo oggi quanto sia importante ridare valore alla parola, all'ascolto, al potersi incontrare fisicamente, al parlare vis à vis, all'esprimere le proprie emozioni, le proprie difficoltà e desideri. 


    Per questo il terapeuta attraverso l’uso della parola, favorisce la costruzione di una relazione e supporta le persone che stanno vivendo una situazione di difficoltà e di sofferenza (di qualsiasi tipo), a sperimentarsi in un percorso psicoterapeutico di crescita personale nell'interazione con l’altro (a/A). 

conflitti di coppia
  • Conflitti di Coppia

    La costruzione di una relazione di coppia passa attraverso una fase d’innamoramento con tempi e caratteristiche proprie. Tale aggancio si costituisce attraverso le interazioni d’identità individuali, attraverso le interazioni delle credenze e convinzioni e delle fissazioni proprie e dell’altro, che possono portare a vivere situazioni di attrazione e/o di conflitto, anche quando la coppia è sintonizzata affettivamente.


    In seguito si passa ad una fase successiva dove i partner iniziano a conoscersi meglio in modo più realistico e a prendere atto dei risvolti che la relazione porta con se.


    Da una fase iniziale di grande intensità a livello di attrazione interattiva e/o relazionale, di euforia e illusione per aver trovato il partner ideale, si passa a fare i conti con la realtà e con l’emergere di alcuni aspetti propri dell’uno e dell’altro, in quel che ognuno è in sé, meno positivi ai fini dell’armonia interattiva, che meno collimano con l’apparente e illusoria attrazione simultanea, reciproca sincronica e sintonica dell’inizio felice dell’incontro.


    Dobbiamo considerare la coppia non un “sistema” statico, ma un “sistema” dinamico all’interno del quale si sviluppano stili di interazioni esperienziali e comportamentali, di atti e modi di gestire situazioni quotidiane che evidenziano differenze e divergenze tra l’uno e l’altro che possono portare col tempo a veri e propri conflitti nella quotidianità.         


    Un conflitto a bassa intensità di due persone diverse (se riescono a superarlo) rappresenta una condizione normale in quanto evidenzia un’interazione costruttiva che può riguardare bisogni, aspettative, desideri da realizzare (sentirsi insieme). Nella coppia è importante la spinta alla progettualità che coinvolga entrambi: essa rappresenta un obiettivo importante condiviso da definire, come, lavoro, figli, tempo libero, ecc.   


    In questo modo si crea un atmosfera coinvolgente e più intima che dà maggiore sicurezza e calore alla coppia, al sentirsi insieme, al sentirsi in due, in co-appartenenza agli interessi della vita di coppia, al di là di ciò che si scopre e si trova più o meno felicemente nella sola interazione sessuale che nel tempo prima o poi evidenzia possibili cadute di intensità, di feeling e di performances dell’uno e/o dell’altro. 


    Nella coppia imparare a tollerare, riconoscere, rispettare e amare le diversità di ognuno, rappresenta un arricchimento originale, personale ed emotivo che promuove trasformazioni creative e un sano confronto sulle questione da affrontare e risolvere in armonia.


    L’evoluzione della coppia passa attraverso processi di vicinanza e differenziazione. Da una prima fase di forte vicinanza e condivisione di obiettivi prioritari, di idee e ruoli, si passa necessariamente ad una fase di differenziazione di funzioni e compiti. Possiamo dire che un buon equilibrio della coppia si basa sull’alternarsi armonico di vicinanza e distanza, di presenza e di assenza; per ognuno, il fatto di farsi mancare, a tratti, stimola il desiderio dell’altro, (nei confronti dell’altro e da parte dell’altro). 


    La fase di restrizioni imposte dalla pandemia (covid-19) ha obbligato le coppie e più in generale la famiglia a una convivenza prolungata e forzata, spesso in spazi ristretti, con inevitabile ripercussione sull’aumento della conflittualità, del livello di ansia e stress. In questo periodo una continuativa ed eccessiva vicinanza  ha portato molte famiglie a ridefinire funzioni e compiti che hanno messo a dura prova (spesso mandandoli in crisi) alcuni equilibri relazionali e di funzionamento dell’intera famiglia. 


    Molte relazioni piuttosto che favorire un investimento affettivo delle differenze che portino a una realizzazione individuale soddisfacente e compatibile tra i partner, tendono a difendersi da esse (differenze), costituendo dinamiche collusive distorte di apparente accondiscendenza, tendenti all’isolamento comunicativo che impediscono ogni flessibilità interattiva, con conseguente impoverimento e inaridimento del rapporto. 


    In questo modo si propone una soluzione di sofferenza che cristallizza e cementifica il rapporto di coppia ed elimina la possibilità di una elaborazione atta a promuovere il bisogno di soddisfacimento. Il continuo conflitto presente nel funzionamento di queste coppie permette loro di mantenere un forte rapporto collusivo contro le frustrazioni di una evoluzione ritenuta impossibile da uno o entrambi i partner, col risultato di un blocco evolutivo e progettuale (impasse, fallimento).    


    Questo succede perché all’interno della coppia  chi soffre (uno o entrambi) non riesce a concepire l’idea che il rapporto possa entrare in crisi e finire, per cui si trova un accordo di ripiego, al ribasso, che non soddisfa nessuno, si evitano argomenti che possono aumentate le distanze e la conflittualità che genera angoscia. 


    Questa condizione di evitamento dei problemi può portare sofferenza, ansia, sintomi depressivi, distacco emotivo, che induce la persona a rinchiudersi nella propria solitudine, in cose non dette, pur di non distaccarsi dall’altro.


    Ci sono coppie che solitamente funzionano anche sufficientemente bene sul piano organizzativo, come la gestione della casa e dei figli, ma emotivamente non condividono più alcuna intimità che possa definirsi appagante. Così pian piano l’interesse per l’altro si affievolisce e possono verificarsi episodi di tradimenti che destabilizzano la coppia.        


    Ci sono poi partner che esercitano una posizione di forza e di potere sull’altro, in quanto possono vantare una maggiore disponibilità economica, ritenersi più intelligenti, più brillanti nella società e di successo; ciò può determina nell’altro partner una sorta di subordinazione emotiva appagante con l’accettazione soddisfacente e passiva di questa tipologia di rapporto. Tale tipologia di rapporto può anche non essere duratura e sostenibile nel tempo o addirittura una volta evidenziata consapevolmente può essere considerata all’inizio non accettabile dall’altro partner con rottura del legame. 


    Questo tipo di rottura porta nella coppia astio, rabbia, risentimento, conflittualità e ribellione molto intense che possono sfociare in atti di violenza e ricorsi a vie legali.  Quando i partner si trovano a vivere una situazione di solitudine, isolamento, incomprensione, sofferenza, e/o di alta conflittualità che non riescono a risolvere, può essere necessario richiedere un sostegno psicologico e una psicoterapia che possa aiutarli in coppia o singolarmente ad individuare una possibile soluzione dei problemi, o per gestire meglio i conflitti e l’organizzazione familiare, oppure per trovare una via d’uscita meno dolorosa e conflittuale per ognuno  anche se questa porta alla necessità di una separazione. 

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